Intervista doppia: Francesco Albasini e Massimo Teso

3 luglio 2020

Intervista doppia a due tutor del progetto Academic Coach: Francesco Albasini, laureato in Medicina e tutor di Francesca Tommasi, studentessa di Medicina e campionessa italiana di cross e Massimo Teso, borsista a Scienze motorie e tutor della ciclista e studentessa di Scienze motorie Alessia Vigilia, medaglia d’argento all’Europeo e al Mondiale del 2016.

Cosa vi ha spinti a candidarvi al ruo­lo di tutor per il Progetto Academic Coa­ch?

Francesco: La possibilità di mettermi in gioco come tutor e mentore di una studentessa che condivide con me le sfide universitarie, così come la possibilità di conoscere un ambiente nuovo e affascinante come quello dello sport a livello professionale. Trovo infine stimolante l’opportunità di offrire un sostegno psicologico-motivazionale e vedere la maturazione di una studentessa-atleta nel tempo.

Massimo: La possibilità di seguire e vivere da vicino un’atleta di élite come Alessia e uno sport che non è il mio e che conosco relativamente poco: il ciclismo. La relazione con Alessia mi ha fatto pure appassionare alla bicicletta. Inoltre io ho un’esperienza pregressa come tutor e questo mi ha spinto a rimettermi in gioco in questa avventura. Poi, non lo nego, c’è anche l’aspetto economico che ha influito nel candidarmi.

Come avviene la selezione?

Francesco: I tutor e gli studenti atleti vengono selezionati sulla base del curriculum e di un colloquio motivazionale.

Massimo: Attraverso una valutazione dei titoli e del curriculum accademico e un colloquio motivazionale. Il desiderio di impegnarti con competenza in questo lavoro è decisivo.

Il tuo è un ruolo di supporto: devi guidare e motivare la “tua” studentessa-a­tleta, stabilendo con lei un piano di st­udio, un programma e aiutandola in tutte quelle che sono le pratiche burocratich­e. Mi racconti la tua esperienza riguardo la gestione dello studio e dell’orga­nizzazione in genera­le?

Francesco: Essendo Francesca molto in gamba, il mio compito si è rivelato più facile del previsto. Solitamente a inizio semestre ci troviamo per definire davanti a un caffè le sfide dei mesi successivi. Dopodiché ci sentiamo frequentemente al telefono per rivalutare i nostri piani in corso d’opera e la gestione degli eventuali imprevisti.

Massimo: Seguo Alessia da due anni. Il mio ruolo non è quello di facilitarla nel sostenere gli esami attraverso delle scorciatoie o fornendole già il materiale di studio pronto. Il supporto è nella programmazione del percorso formativo. Ci si organizza tenendo conto della complessità degli esami da sostenere, delle propedeuticità, della conciliazione del tempo, delle sue competizioni. Poi c’è la gestione delle pratiche burocratiche. Alessia è molto impegnata nello sport e ha una passione viscerale per il ciclismo, io cerco di starle addosso per spronarla nello studio. Ci sentiamo settimanalmente per fare il punto della situazione. Cerchiamo di alleggerire il carico di studio nei momenti più impegnativi a livello sportivo, durante la primavera e l’estate, per potenziarli nel periodo invernale.

Che tipo di relaz­ione si è istaurata rispettivamente con Francesca e Alessia?

Francesca: Professionale ma al contempo amichevole. Francesca è una persona molto solare e socievole, cosa che rende tutto più facile.

Massimo: Una relazione stupenda che si arricchisce del confronto reciproco.

È impegnativo svo­lgere il ruolo di tu­tor?

Francesco: Non particolarmente. Ho sempre visto questo incarico come un interessante diversivo dalla quotidianità.

Massimo: Non è molto impegnativo. Dipende dai periodi, quando Alessia è all’estero mi occupo delle pratiche burocratiche e in vista delle sessioni di esami condividiamo la programmazione, organizzandola nei minimi dettagli. È un lavoro di presenza, attenzione, incoraggiamento.

Come avete gesti­to con le vostre studentesse-atlete questo tempo di distanza dovuto all’e­mergenza Covid-19?

Francesco: Ci siamo sentiti telefonicamente senza grossi rallentamenti nella nostra attività.

Massimo: Siamo sempre rimasti in contatto e Alessia ne ha approfittato per studiare di più. Ha dato Didattica applicata alle Scienze Motorie e si è preparata per sostenere Biochimica e Sociologia.

Cosa pensate della didattica online?

Francesco: Se bene organizzata, risponde bene alle sfide posteci dal mondo di oggi.

Massimo: Ci sono aspetti positivi e parecchi negativi. È utile per la gestione del tempo, permette una maggiore flessibilità nel seguire le lezioni registrate. Gli aspetti negativi riguardano l’assenza o la poca interazione, la velocità con cui vengono spiegate le lezioni in quanto la piattaforma Zoom ha un altro tempo rispetto all’esserci in presenza. In aula ci sono gli sguardi, i momenti di silenzio, le pause da cui sorgono le domande e il pensare insieme. La didattica online è concitata e distante. Alessia si è trovata bene per i corsi persi gli anni scorsi. Ha potuto recuperare le lezioni e concentrarsi su argomenti che non aveva approfondito.

Un giudizio su Ac­ademic Coach ed even­tuali suggerimenti/p­roposte da attuare in futuro.

Francesco: È un’attività che promuove il benessere e la carriera di studenti molto importanti per il prestigio della nostra università, per cui credo che sia un progetto di grande rilevanza. Un obiettivo importante per il futuro è fare conoscere maggiormente il programma ai docenti.

Massimo: Academic Coach è un ottimo progetto in quanto tiene agganciato lo studente-atleta a due passioni, permettendogli di non disperdere le competenze. A Scienze Motorie i docenti lo supportano, non ci sono resistenze. C’è disponibilità, ma mai nell’ottica del favoritismo.

Academic Coach of­fre una serie di ser­vizi per gli student­i-atleti. In che modo ne beneficia Franc­esca e c’è soddisfaz­ione per i servizi erogati?

Francesco: Credo che Academic Coach permetta a Francesca di pianificare al meglio lo studio, facendola sentire più tranquilla per affrontare sfide complesse sia in campo formativo che sportivo.

Massimo: Sono dei buoni servizi, anche se Alessia ne ha usufruito poco. Trovo molto importante l’opportunità di effettuare test e valutazioni: utili sia per gli studenti-atleti che per la ricerca.

Che tipo di atleta è Tommasi?

Francesco: Due parole, Francesca è vincente e costante.

Che tipo di atleta è Alessia?

Massimo: Una persona appassionata, resistente, disposta al sacrificio, visto lo sport che si è scelta.

Il ciclismo femminile, come tanti sport praticati da donne, hanno ancora poca visibilità. Cosa occorrerebbe fare affinché ci fosse una maggiore valorizzazione? È sufficiente il professionismo?

Massimo: Alessia ha partecipato al Giro d’Italia l’anno scorso (2019), purtroppo a differenza del ciclismo maschile, del giro femminile non c’è copertura mediatica totale. Vengono mostrati e narrati solo i punti salienti di alcune tappe, non la tappa intera. Sarebbe opportuno lavorare su una maggiore visibilità mediatica, e non solo. Per me il lavoro deve partire dal basso, da chi vive lo sport quotidianamente (allenatori, atlete, figure dirigenziali), con un cambio di rotta nel linguaggio e nella comunicazione. Inoltre credo che il confronto continuo con gli sport maschili sia nocivo. Per valorizzare lo sport praticato dalle donne occorre puntare sulla differenza.

 

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